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superare una
boa che limita una secca sottovento. |
Stimo la deriva
in 15-20° e fino
all'ultimo rimango col patema d'animo. La boa passa
5 metri al traverso sottovento e possiamo puggiare
e... respirare di nuovo. Anche il Dyana è ora
di poppa. Davanti il Germania ci è molto utile
perché con la prora che fa e la rotta che tiene
ci mostra palesemente la forte corrente che c'è.
Così ci teniamo sempre dai 15 ai 20° al
vento, e constatiamo che sono appena sufficienti. |
Il vento ha raggiunto
i 35 nodi. La barca è invelatissima
e a volte sbanda fino a mettere la falchetta in acqua.
Cambiamo il genoa con trinchetta e fiocco due e così si
bolina meglio rimanendo immutata la velocità.
La barca è alleggerita
ed io pure. Quando le raffiche sono più violente
filiamo un po' la scotta di randa e carichiamo bene
il boma con un paranchino da sottovento, adottando
così la tecnica degli stars.
Quando la raffica è passata ritesiamo la scotta.
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Tutta
la notte passa così, navigando sbandatissimi
a 9 nodi su bassi fondali. A volte abbiamo solo una
o due braccia d'acqua sotto la chiglia. Al mattino
il Germania è sempre lì, anzi pare
più vicino. |
L'ultimo
tratto è al lasco. Veniamo all'orza per dare
poi lo spinnaker, sebbene il vento sia sempre forte.
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