contraria fino a oltre 10 miglia dalla costa, e che può anche superare il nodo.
Mi tengo pertanto prudentemente un po' a sud, e osservo con piacere che guadagno su tutti, Ondine e Stormvogel compresi. Rimango al timone ore ed ore, con gli occhi incollati sull'indicatore del vento relativo, che mantengo all'angolo migliore con la precisione di due gradi. Così a poco a poco i rilevamenti degli altri scadono.
A bordo c'è silenzio assoluto. Tutti sentono che la barca sta andando forte, meglio delle altre, e stanno col fiato sospeso, quasi ad evitare di rompere l'incantesimo. E' un momento importante. Il Germania di poppa non guadagna più. Però vedo che stramba e prende una rotta più a sud della nostra di buoni 30 gradi. Il vento intanto è girato a Ponente, esattamente in fiI di ruota. Non c'è dubbio, debbo anch'io strambare. Non posso lasciar andare così il mio più temibile avversario, quello che mi paga solo 7 ore. 7 ore si possono perdere in una notte.
Strambo e vado ad incrociare la rotta del Germania, passandogli un miglio di prora.
Il sole, è tramontato e quelli dell'altra barca cercano di occultarsi tenendo spenti i fanali di via. Ma nel binocolo si riesce ancora a vedere bene.
Rimango con le mure a dritta fino a mezzanotte, e poco prima di ristrambare, il vento mi tradisce, e gira ancora a sud ovest. Questo significa che tra una rotta e l'altra non potranno esserci più di un centinaio di gradi. E' una scalogna: abbiamo il vento in poppa di nuovo, dritto in poppa.
Il risultato è che quando incrociamo di nuovo il Germania, il quale è andato dritto in fil di ruota, gli passiamo di poppa! Sono le due di notte, e prima del Germania c'è un'altra vela: il Rage, che deve aver volato per essere arrivato fin quì.
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