ancorate nell'oceano Atlantico per l'assistenza alla navigazione aerea. Ogni 6 ore dà una previsione del tempo organizzata per le barche partecipanti alla transatlantica. Ha anche un radiofaro, che abbiamo rilevato col nostro radiogoniometro, in buona conferma alla nostra navigazione stimata che con il persistere di questo nebbione, è l'unica possibile.
Il sole s'è fatto appena intravedere un paio di volte ed era molto velato. S'è fatto appena in tempo ad osservarlo col sestante per ricavarne due rette. Non è molto per controllare la stima di una barca a vela, ma è sempre meglio che niente.
Il pomeriggio l'aereo tedesco tipo Atlantic che ogni giorno fa un volo controllando le posizioni di tutte le barche, c'è passato sulla testa a bassa quota.
Il comandante, ufficiale pilota della marina tedesca, è un mio vecchio amico che ho
rivisto dopo 12 anni a bordo della Westerwald, prima della partenza per la regata.
Eravamo insieme a Pensacola, in Florida, alla scuola di volo della Marina USA.
S'è allontanato oscillando le ali in segno di saluto per 020, la direzione verso cui deve trovarsi il Germania, a una sessantina di miglia da noi. Non abbiamo invece più visto la Westerwald, che è rimasta indietro tra le barche più piccole.
Avranno un bel da fare a tenere sotto costante controllo 33 barche, sparse su un tratto d'oceano che è di circa 400 miglia.
Il punto A è ormai di poppa. Lo abbiamo scapolato alle 0020, passando bene a Sud per non rischiare di imbatterci in un iceberg, vista l'incertezza del nostro punto stimato.
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