24 Aprile
Altro che Mistral. Non una bava di vento tutta la notte e nebbione da tagliarsi col coltello. Motore avanti al minimo per non consumare troppo e per poter sentire eventuali rumori esterni. E sirena a intervalli regolari. Ho dormito poco, forse perché preoccupato al pensiero che di sopra non vedono a cinquanta metri oltre la prora, forse per il motore, che vibra proprio sotto la mia cuccetta, forse per altri pensieri che si affollano alla testa. Mi immagino la barca che corre col mare grosso in fil di ruota nei forti venti settentrionali che soffiano fra Tangeri e le Canarie. L'andatura che mi piace meno di tutte le altre.
Sarebbe bello avere due stralli a prora, su cui poter invergare due bei fiocchi gemelli come fanno i solitari, con la randa ben gerlata sul boma ben rizzato. Niente spinnaker, nemmeno quello da burrasca, e niente randa: niente rischi.
Ma non ho due stralli, né ho due fiocchi gemelli.
 
Forse potrò provare col fiocco due bordato sul tangone sopravento e il genova pesante alzato semplicemente sulla drizza dello spinnaker, non ingarrociato. Però se il vento rinforza tanto da doverlo ammainare, diventa un pasticcio, libero com'è di andare dove vuole. Una cosa potrei fare, visto che ho tre drizze a prora: posso far approntare un bel cavo d'acciaio con due gasse impiombate alle estremità, da alzare a mò di secondo strallo sulla drizza del genova, ed usare quindi le due drizze dello spinnaker per alzare i due fiocchi: il fiocco due ingarrociato allo strallo e tangonato, il genova pesante allo strallo di fortuna. Cosi non ho problemi se devo ammainarli: basta tesare la scotta e lasciare andare la drizza; e posso farlo anche senza mandare nessuno a prora estrema. Qualcuno posso sempre mandarlo dopo a gerlarli lungo la falchetta, ma quando la velocità è diminuita e la barca si controlla bene.
Il pomeriggio finalmente la nebbia se ne va e viene un buon maestralino: si fila a sette-otto nodi con vento al traverso e mare calmo.
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